La mossa pacifista di Raniero La Valle a Messina

La mossa pacifista di Raniero La Valle a Messina

Ha preso tutti in contropiede, Raniero La Valle, all’incontro del Palacultura promosso da una serie di movimenti e associazioni. Il tema programmato era “Diamo una possibilità alla pace” e tutti si erano preparati ragionamenti e interventi in termini generali sulla guerra e sulla pace. Ma La Valle, relatore principale e ospite centrale dell’evento, ha portato tutti – oltre duecento persone affollavano la sala – a discorrere piuttosto del vertice Nato del giorno prima a Madrid.

L’anziano senatore, esponente di spicco del pacifismo italiano, ha ripercorso la storia della Nato, l’alleanza militare occidentale nata dopo la seconda guerra mondiale. Da organizzazione difensiva impegnata nel confronto della guerra fredda fra i due blocchi, quello occidentale e quello sovietico, già nel 1999 si trasforma in Jugoslavia in una macchina da guerra offensiva. Emerge un’organizzazione militare – ma non solo – che non “obbedisce” alle Nazioni Unite, ed eventualmente, se proprio deve obbedire, lo fa rispetto a un solo Stato, gli Stati Uniti d’America. Si spiegano così i suoi interventi in Iraq, in Afghanistan e in altre parti del mondo.

Avrebbe dovuto sciogliersi, come avvenne per il Patto di Varsavia sul fronte comunista, al momento della caduta dell’Unione sovietica. E invece, due giorni fa, ha presentato il suo nuovo “Strategic Concept”, piano a lungo termine che equivale alla preparazione della terza guerra mondiale. Nel 2010 la Nato aveva previsto una partnership con la Federazione russa (e non veniva citata la Cina); nel 2022 la Russia è diventata il “nemico” principale, da ridurre a “paria”, e la Cina è presentata come una “sfida sistemica”. In questo nuovissimo “concetto strategico” della Nato c’è però pure qualcosa di molto vecchio: la pretesa occidentale di assoggettamento del resto del mondo nelle secolari forme del colonialismo.

Naturalmente tutto questo ha un costo; quindi più soldi per le armi, più investimenti nelle tecnologie, nella ristrutturazione di un’organizzazione fuori dal controllo non solo dell’Onu, ma anche dei Parlamenti degli stessi Stati che ne fanno parte, Italia compresa.

Tutto il contrario di quello che auspica il mondo del pacifismo; tutto il contrario dello spirito che aleggia nel popolo italiano e che aleggiava anche nella sala del Palacultura di Messina.

Inveterati pacifisti e giovani di movimenti, associazioni e sindacati, hanno poi ascoltato l’ipotesi di risposta di Raniero La Valle alla sfida di Stoltenberg (e di Draghi): una proposta di legge di iniziativa popolare di carattere costituzionale. Ovvero una precisazione dell’art. 11 della Costituzione “L’Italia ripudia la guerra” con un’intenzione politica di andare verso la Costituente della Terra. Se ne era cominciato a discutere, ma i tempi di chiusura del Palacultura non hanno permesso il pieno sviluppo della discussione. Restano aperti quindi i “dialoghi disarmati” per prossime occasioni.