A 80 anni dalla Strage di Chiusa Orto Liuzzo/Gesso

di Sostine Cannata -

Il 14 agosto del 1943 una pattuglia di sei carabinieri della Stazione di Castanea delle Furie incappò insieme a un civile, nella precipitosa ritirata dei tedeschi oltre lo Stretto di Messina. Era stato dato loro l'ordine di vigilare, rigorosamente in borghese, sulla salvaguardia delle infrastrutture, tra le quali il ponte sul torrente Tarantonio, affinché non venisse fatto saltare durante la ritirata delle truppe tedesche. Nel loro pattugliamento si scontrarono con una pattuglia tedesca che tentava di depredare una villa privata. Qui a difenderla c'era il civile, anch'egli assassinato dai tedeschi, Stefano Giacobbe. I carabinieri Santo Da Campo di Novara di Sicilia, Antonio Rizzo di Scaletta Zanclea, Tindaro Ricco di Gioiosa Marea, Antonio Caccetta di Sinagra, Nicola Pino di Barcellona e Santo Salvatore Graziano di Librizzi erano disarmati, tranne per il possesso di una pistola da parte dell'appuntato capo-pattuglia. I carabinieri furono catturati, Giacobbe fu ucciso e loro fucilati poco dopo in contrada Chiusa a Orto Liuzzo. Un carabiniere, Santo Graziano, sopravvisse sia all'esecuzione che al colpo di grazia e fu il testimone oculare di tutta la vicenda, che denunciò presso la caserma di Castanea a Messina.

 

Fu aperto un procedimento giudiziario. Graziano rilasciò ulteriori dichiarazioni offrendo tutto il proprio contributo perché gli assassini potessero essere individuati. Purtroppo gli equilibri internazionali che portarono poi alla guerra fredda spinsero gli atti di questa inchiesta a essere nascosti insieme agli atti di altri quasi settecento fatti di sangue perpetrati dai nazi-fascisti, in quello che è stato definito "l'armadio della vergogna" fino a metà degli anni ottanta del '900.

Il contraltare di questa strage è un'altra strage, avvenuta nello stesso giorno, ovvero il 14 agosto 1943 a Sant'Alessio Siculo, dove il parroco della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Padre Antonio Musumeci, fu assassinato insieme a due concittadini per essere intervenuto in loro difesa e in difesa dei bambini e delle donne che si erano rifugiate nella chiesa per giustificato timore delle ire dei tedeschi in ritirata, che avevano già assassinato sedici civili a Castiglione di Sicilia, e la cui eco dei fatti aveva raggiunto i paesi della costa jonica messinese.

Lapide a ricordo di Padre Antonio Musumeci, presso la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie a Sant'Alessio Siculo (Me), barbaramente assassinato dai nazisti. (Foto nuovosoldo.com)

Anche gli autori di questa strage, come scontato, sono rimasti ignoti e quindi impuniti.

Parrocchia di Santa Maria delle Grazie a Sant'Alessio Siculo (Me). - foto nuovosoldo.com

Ma torniamo al fatto di sangue di Orto Liuzzo.

In tutti questi anni le autorità nazionali e quelle locali non si può dire si siano veramente spesi per ridare dignità e onore ai sei assassinati di Chiusa di Orto Liuzzo/Gesso.

L'Anpi comunale e provinciale di Messina, l'Anpi Nazionale, la CGIL, 58 artisti messinesi e la loro galleria, la comunità di Orto Liuzzo e di Divieto di Villafranca e tanti altri, hanno sentito l'esigenza di restituire a questi uomini la dignità e l'onore che meritano e hanno sempre meritato.

Il 14 agosto 2023 nel mezzo di una cerimonia commemorativa che inizia alle ore 18,00, la prima in assoluto, i nomi dei cinque carabinieri e del civile spietatamente assassinati dai nazi-fascisti e il nome di Santo Graziano, sopravvissuto, verranno scolpiti nella memoria della collettività cittadina e, probabilmente, nazionale, attraverso la posa di una lapide sul Sagrato della Chiesa della Madonna di Montalto a Orto Liuzzo, Messina.

Qui segue il programma della manifestazione.

Programma del 14 agosto 2023