L’ipocrisia dei leader internazionali che esibiscono il dolore per le vittime di Israele

L’ipocrisia dei leader internazionali che esibiscono il dolore per le vittime di Israele

Budapest - foto nuovosoldo.com

di Nino Gussio -

Bisogna differenziare il proprio dolore da quello che esibiscono i leader degli Stati che da sempre appoggiano la politica del governo israeliano che adotta una politica di repressione e di apartheid contro la popolazione palestinese. Da quando è stato fondato lo Stato di Israele le vittime palestinesi sono state molto più numerose di quelle israeliane e sicuramente lo saranno anche ora e nel futuro. Ma le vittime israeliane (almeno le ultime) hanno un volto e un nome su tutti i giornali internazionali, quelle palestinesi da sempre sono puntualmente ignorate. Il dolore e l'indignazione che esibiscono le diplomazie internazionali sono ipocriti, servono a giustificare l'arbitrio e la repressione in atto sui popoli emarginati come quello della Palestina. Bisogna considerare con desolante dispiacere che sia i palestinesi, sia gli israeliani vivono un clima di terrore e molti di loro ne sono vittime perché entrambi sono pedine di strategie politiche internazionali che non tengono in conto le loro vite e i loro destini. Dicono che vogliono combattere il terrorismo ma è la loro serpe in seno, serve ai loro attacchi indiscriminati e a tenere sotto scacco i loro popoli.

I palestinesi si liberino dalla logica dell'odio che non ha vie di uscita (così anche gli israeliani), facciano tornare alle loro case i sequestrati e vedano in essi anche la loro umanità. Non è proponibile la soppressione dello Stato di Israele, la pace con uguale dignità è l'unica strada da costruire assieme.