ULTIME SU MESSINA

ULTIME SU MESSINA

di Giuseppe Rando -

Michele Serra, a conclusione delle recenti elezioni europee, evidenzia, su «La Repubblica» del 12 giugno 2024, una «macro differenza», esistente in Italia, tra gli abitanti «di città» e quelli che vivono in  provincia(l’80% della popolazione): la “piccola Italia” provinciale è, in altri termini, numericamente prevalente rispetto a quella delle venticinque grandi città d’Italia (ognuna delle quali conta più di 150mila abitanti), «dove hanno sede giornali, televisioni, partiti politici, centri studi, università».

Il giornalista-scrittore constata peraltro, sulla base delle percentuali di voto, che i giovani e la maggioranza dei votanti delle grandi città hanno optato per la sinistra, laddove i giovani e la maggioranza dei votanti della “piccola Italia” hanno scelto la destra: lo stesso fenomeno si è verificato in Francia e in Germania e si verificherà probabilmente in America nelle prossime elezioni politiche.

Michele Serra conclude, quindi, affermando che la popolazione delle grandi città è prevalentemente «progressista», mentre quella della “piccola Italia”, cioè della provincia, è conservatrice e/o reazionaria: vive il cambiamento «come caos, come confusione stordente e nociva, come inversione di una normalità rassicurante, come sovversione di tradizioni solide […]»; da qui, da queste paure deve partire, a suo giudizio, la sinistra e cercare di «coinvolgere», con programmi concreti, «i quattro italiani su cinque che non abitano nelle grandi città», se vuole – un giorno non chimerico – governare.

E il discorso non fa una grinza. Ma c’è una cosa che non torna: Messina dovrebbe essere «progressista», giacché rientra, a pieno titolo, nelle venticinque grandi città d’Italia (ha 217mila abitanti), ma il primo partito della sinistra è quarto (12,6%), nella città dello Stretto, dopo Libertà di Cateno De Luca (21,71%), Forza Italia-Noi Moderati-PPE (20,42%), Fratelli d’Italia (18,15%). Quanto dire che Messina, per numero di abitanti, è una delle venticinque grandi città d’Italia, ma per orientamento politico è una città provinciale, cioè di destra: una provincia chiaramente attardata sul piano culturale, politico ed economico (i tre piani sono interconnessi), come i suoi cittadini più avveduti vanno ripetendo da decenni, nel tentativo di destarla dal suo lungo sonno e contribuire al suo cambiamento.

Purtroppo, i messinesi che amano la loro città e lottano come possono per il cambiamento sono una sparuta minoranza: prevalgono, da queste parti, gli indifferenti e gli intellettuali conformisti che, incuranti delle sorti della città, godono dei privilegi loro concessi dall’arretratezza politica e culturale imperante e ci guazzano dentro.