Mariella Stirpe, artista materica e simbolica – Intervista

di Dominga Carrubba - Mariella Stirpe è la pittrice impegnata nella ricerca materica ospitata alla galleria d’arte messinese “Spazio Macos” con la personale “Innesti”, un caleidoscopio di sentimenti innestati in fenditure cromatiche…

Mariella Stirpe, artista materica e simbolica – Intervista

Tra sogno e reale la vita trasale

 nella materia l’emozione si scopre

che in forme e colori i segni ritrova.

(Dominga Carrubba, Tra sogno e reale)

Se l’anima ha origine da un soffio di vento, dal greco ἄνεμος (anemos, vento), allora le composizioni pittoriche di Mariella Stirpe inoltrano in un sogno premonitore ed insieme fotogramma felliniano nel raccontare dell’umanità moderna in corsa di velocità, tanto da smarrire quel soffio vitale che dà forma alla materia, che distingue il corpo, altrimenti sagoma e prigione, oggetto e spettatore.

Le tele polimateriche dell’Artista trovano la loro essenza nei luoghi della propria anima e nel contesto sociale di un Terzo Millennio lacerato dall’individualismo che non ascolta, dalla prepotenza incurante, da solitudini senza memoria che trascorrono la vita come la finale di un talent.

Il silenzio aiuta chi ti fa del male” è il titolo di una delle opere della Stirpe che contiene anche il bandolo del filo rosso tra le sue opere.

Mariella Stirpe, Il silenzio aiuta chi ti fa del male, olio, penna BIC su carta strappata e incollata su tela

Nello stile di Mariella Stirpe la ricerca di materiali da innestare in forme morbide con linee evanescenti nella consistenza, come reminiscenze oniriche che vestono al risveglio le loro sembianze, non è pleonastica né strumentale, ma configurante il percorso emotivo nella nascita dell’idea creativa, come Atena, la dea nata dal cranio di Zeus, simbolo della sapienza, delle arti e della tessitura.

Quella stessa tessitura applicata dall’Artista nel cucire sacchi di juta, spesso fisionomiche come in "Fiat voluntas Dei", significanti il momento dell’Annunciazione dall’angelo Gabriele a Maria, umile e forte come la juta, indorata dalla foglia d’oro riproducente la luce eterna.

Le tele della Stirpe sembrano estratti della realtà dissimulata da colature, abitata da figure senza volto che affollano il Caos, luogo primordiale del Cosmo dove l’albero è metafora della memoria che scorre come linfa nel suo libro, nutrimento della pianta radicata alla terra.

Quella stessa terra che è la “casa comune” per ogni creatura, pur tuttavia minacciata e violata, trascurandone lo stesso habitus vitale connaturato in tutte le donne, troppo spesso rese prigioniere dagli estremismi culturali o persino private della vita che concepisce altra vita.

Mariella Stirpe traduce il disagio collettivo in consapevolezza individuale, tanto realistica nel degradare in una cronistoria segnata di nero fra gli stralci di giornali incollati sulla tela, quanto combattiva e propositiva, affinché le finestre origlianti dipinte possano trasformarsi in parola che salvi, in mani che aiutano, in scenari pacificati.

Mariella Stirpe, Fiat voluntas Dei, olio e materiali vari su tela

L’intervista

"La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla".

Questa frase del poeta greco Simonide di Ceo mette a confronto due forme d’arte diverse e complementari nell’emozionarsi.

Se pensa al momento o all’immagine da cui è scaturito il suo “fare pittura”, quale momento sceglierebbe per descriverne l’inizio?

Ho sempre pensato che se riesci ad emozionare, angosciare, dare un po' di felicità o una qualsiasi altra sensazione a chi osserva una tua opera, allora hai dato una parte di te.

Ma, come in ogni cosa, c'è un inizio che ti ha permesso di arrivare a questo.

L' inizio del mio modo di fare pittura è scaturito il giorno in cui sopra una tela, precedentemente da me disegnata, senza rendermene conto, ho completamente stravolto il tutto, dipingendo ciò che in quel momento era il mio stato d' animo, la mia rabbia, il mio vedere.

Da allora ho sempre continuato così.

Quando qualcuno esprime la propria opinione, dicendo che “sì, le mie opere sono interessanti, ma allo stesso momento angoscianti”, io ho raggiunto il mio obiettivo: dare un’emozione.

Non a caso si è detto “fare pittura”, perché in una composizione pittorica, oltre ad un sentimento o un’idea, ci sono lo stile e la tecnica.

Quali sono lo stile e la tecnica che caratterizzano le sue opere pittoriche?

Predilige la riproduzione della realtà oppure la reinterpretazione e la sperimentazione dei linguaggi pittorici?

La ricerca dell’immagine e della sovraesposizione mediatica hanno monopolizzato la nostra società che versa in uno status di degrado morale ad effetto domino.

Pensa che l’arte “non fluida” possa tuttora esercitare un ruolo divulgativo di contenuti costruttivi e veicolare emozioni inclusive?

Il mio stile nasce dalla commistione di tecniche e materiali applicati su rigidi o flessibili supporti, la cui versatilità si addice alla rappresentazione simbolica dei molteplici sentimenti dell'animo umano.

Spesso utilizzo immagini oniriche trasferite in una mia realtà.

Il tutto si accompagna ad un cromatismo dominato da tonalità forti e stridenti.

Dipingo le mie emozioni, marcandole ed evidenziandole con il colore nero.

Reinterpreto la realtà a modo mio.

L' arte si è trasformata seguendo anche i cambiamenti economici, politici, socioculturali e le onde mediatiche.

Grazie ad internet e in generale ai social network, la maggiore velocità nello scambio di risorse, idee e informazioni, è avvenuta anche nell'arte, tale che molte barriere sono cadute e qualsiasi forma di espressione artistica, sia essa fluida o meno, può divulgare contenuti costruttivi e nel contempo creare e veicolare emozioni inclusive.

Mariella Stirpe, Nascita dell'idea, tecnica mista, tela yuta bruciata

Se fosse possibile tornare indietro nel tempo, quale corrente artistica sceglierebbe come più coerente all’impronta estetica che segna le sue opere?

Se io avessi una macchina del tempo che potesse trainarmi nel passato, mi soffermerei nel clou della maggiore espressione artistica presente, per apprendere l'evolversi dei linguaggi pittorici.

L'arte contemporanea con il suo movimento continuo di stili e diversità in forme, soggetti e materiali, diventa espressione della realtà che viviamo ed è quella che ritengo sia più coerente all'impronta estetica delle mie opere.

La nostra intervista è iniziata con un’antica definizione della pittura.                

Quale definizione darebbe alla sua arte e qual è il rapporto con le sue opere?

Non ho la pretesa di dare una definizione alla mia arte ma mi considero una materica.

Amo dipingere e buttare sulla tela tutti i miei sentimenti, le mie emozioni, le mie angosce.

Mi libera da quel senso di solitudine insito in ognuno di noi.

Qual' è il rapporto con le mie opere? Che dire?

Non so spiegarlo, ma io sono là, là e là, dentro ogni mia tela.

Mariella Stirpe, Caos, olio, acrilico carta di giornale su tela