Matteo Spadaro in “Linguaggi trasversali”

di Dominga Carrubba - Inaugurata sabato 19 ottobre la mostra dal titolo “Linguaggi trasversali” di Matteo Spadaro, allestita nelle sale della galleria messinese Spazio Macos, a cura di Mamy Costa, in esposizione fino al 29 ottobre 2024...

Matteo Spadaro in “Linguaggi trasversali”

Velocità, sintesi, immediatezza segnano lo stile di vita della società internauta, abitante su indirizzi virtuali dove aprire home e scegliere un nickname pronto a scegliere un IDP che possa arricchirsi con NFT, attivare NLP e impiegare VR per simulare situazioni reali, così da attuare il dogma informatico abbreviato in WYSIWYG.

Parole sillabate per dire cosa? Assolutamente nulla, se non si cerca il contenuto di ciascuno degli acronimi.

Ecco il motivo ispiratore della Personale di pittura “Linguaggi trasversali” in tre STEP: esprimere per comunicare, elaborare per condividere, conoscere per comprendere.

Comunicare, condividere e comprendere possono ritenersi i dogmi performanti la mostra pittorica, da immaginare come un book formato da pagine illustrative attività umane ed elementi naturali contenuti in abbreviazioni e acronimi tanto essenziali nella semplicità verbale, quanto inefficaci nella comunicazione, se non conosciuti.

Alla non conoscenza corrisponde l’incomunicabilità e a quest’ultima il graduale isolamento.

Matteo Spadaro, insegnante in scuole di secondo grado, conosce bene l’importanza della parola, perché mette in relazione e genera confronto.

Ma se la comunicazione segue il trend, il marketing, l’orecchiabilità e non la collettività diversificata in età ed esigenze, allora si abitua a non elaborare frasi, a dare per scontati i significati, a leggere soltanto la grafica, così alzando mura trasversali tramite un linguaggio inaridito.

La cifra pittorica di Spadaro veicola domande e riflessioni sull’esasperazione di un linguaggio divisorio, perché la condivisione non deriva dalla brevità di sigle - come MAMbo, MoMa, GNAM, MaRT, MuMe, paradossalmente indicanti luoghi di cultura – ma dall’impiego di tempo nel dialogare per comunicare ascoltando.

Rischiamo di diventare tutti come NPL, prestiti non performanti - in inglese non performing loans o crediti deteriorati, trasferiti al suono di FAQ, domande poste frequentemente nel mercato della facile manipolazione dovuta all’ignoranza inconsapevolmente indotta – come Spadaro paventa - così da diventare UFO a casa nostra.

Guardando una delle tele, piace immaginare un altro percorso tramite la combinazione delle parole, che riporti ad ITHACA dove riconoscere il significato delle parole ACQUA, FAO, ARIA, LUCE, VQPRD nel segno di un vino di qualità prodotto in regione determinata, che possa contenere l’identità territoriale alla stessa maniera di quartieri messinesi (CEP, GESCAL, UNRRA), ingabbiati spesso in pregiudizi abbattuti dall’orgoglio di appartenenza, tanto da collocare nella stessa tela un acronimo evocativo: SIC Siti di Importanza Comunitaria.

Matteo Spadaro, OPEN SPACE

In effetti ITHACA è tutt’altro che lo spazio del ritorno al rispetto relazionale.

Si tratta di un acronimo che racconta la fallacia del linguaggio contemporaneo nel comunicare un’informazione a tutti nella stessa misura.

Allo stile pittorico d’ispirazione dadaista nella combinazione casuale di sillabe, in apparenza disorganica, si accompagna la sintassi cromatica in assonanze e dissonanze corrispondenti alla parola chiave da individuare in ciascuna tela.

WYSIWYG "quello che vedi è quello che ottieni" si trova fra gli acronimi scelti da Spadaro per invitare a stravolgere la tendenza consumistica usata persino nel linguaggio gradualmente svuotato, in parallelo alla capacità relazionale, così amplificando l’incomunicabilità e le solitudini.

Matteo Spadaro propone “Linguaggi trasversali” per sollecitare un cambio di rotta contro la massificazione linguistica, che si espande ad effetto domino sui rapporti con sé stessi e con l’atro.

La provocazione è resa tangibile persino dalla scelta di apporre un codice QR a lato dei quadri, invece della targhetta canonica con il titolo.

Di sicuro all’alternativa smart si trova anche il confortante elenco dei titoli, perché l’arte rimane universale.