I trattori seminano il bene comune

Protesta dei trattori - foto Dario Cannata per nuovosoldo.com

di Nino Gussio -

In un'ottica di unità nazionale ed europea, del rispetto del bene comune tutti i problemi si devono risolvere partendo dal basso perché ogni cittadino deve avere la disponibilità e condividere risorse, opportunità impegnando eticamente le sue capacità.

Una comunità coesa mette in primo piano servizi, come la sanità e la scuola, adeguati e fruibili per tutti, in subordine ad essi gli interessi e i meriti personali e di categoria. Anche nella protesta degli agricoltori e nell'esito della soluzione il bene comune è questione centrale e inamovibile dato che la giusta ricompensa e le agevolazioni ai lavoratori dei campi sono necessari per la nostra sopravvivenza e per la difesa del territorio; non dimentichiamo che vi è un progressivo abbandono dei campi da parte soprattutto dei giovani con la conseguente desertificazione dei paesi dell'entroterra.

Per dare soluzioni a questo problema di importanza capitale la politica deve essere corale, nessuno deve usare la cattiva propaganda per pretestuose lotte di schieramento partitico. Bisogna fare rete razionalizzando risorse e saperi per eliminare smagliature ed egoismi di parte, per potenziare il settore primario e renderlo occasione dì progresso umano ed economico.

La realtà che costruiamo e in cui ci relazioniamo è complessa ed ha bisogno di un orientamento condiviso, dì una verità esistenziale espressione del bene universale.

La protesta degli agricoltori e degli allevatori non può debordare dal contesto sociale, dai bisogno e dalla tutela ambientale e ovviamente non può trovare riscontro nella effimera passerella del festival di Sanremo, deve avere rilevanza politica ed economica essendo patrimonio di tutti e bisogna, se è necessario, che ognuno se ne faccia carico con gli eventuali sacrifici. L'agricoltura e l'allevamento sono settori primari non perché i più antichi ma perché sono i più necessari e quindi devono essere liberati dai nodi cordiani che la finanza internazionale impone.

Se la grande distribuzione non compensa adeguatamente il lavoro dei campi sia il governo ad agire con opportune leggi e relative agevolazioni.

Credere, lavorare, condividere è lo slogan adeguato all'amor della patria italiana, europea e mondiale.