UN EVENTO POSITIVO

UN EVENTO POSITIVO

di Giuseppe Rando -

All'Istituto Sant'Ignazio di Messina, il prof. Alessandro Morelli, Direttore del Dipartimento Unime di Scienze politiche e giuridiche, ha tenuto un'interessantissima conferenza su «Autonomia Differenziata: rilancio del regionalismo italiano o “secessione dei ricchi”?», sagacemente organizzata da ADSeT (Associazione Dirigenti Scolastici e Territorio).

Ebbene, va riconosciuto che la bella, acuta, esaustiva relazione di Alessandro Morelli, conferma – se ce ne fosse bisogno – la funzione dell'Università, istituzionalmente mirata alla ricerca scientifica e al cambiamento in meglio del territorio, secondo criteri di meritocrazia e trasparenza (antitetici ai privilegi di figli, servi e amanti dei “baroni”, nonché a certi provinciali e attardati modelli didattici). Non per nulla, il relatore ha suscitato l’entusiasmo del folto e qualificato pubblico presente, propiziando peraltro una partecipata discussione sui punti qualificanti del suo intervento.

Il Direttore Morelli ha saputo, invero, contenere nello spazio necessariamente limitato della conferenza, una tematica complessa e spigolosa com’è quella dell’Autonomia differenziata, tracciandone la storia, dai primordi della Costituzione del ’48 fino ai nostri giorni, e individuandone, con estrema probità scientifica, sia gli aspetti fuorvianti e anticostituzionali, sia qualche istanza positiva, ma finora non giustamente valorizzata.

E ciò, con un linguaggio discorsivo, quasi colloquiale, pur nel rispetto degli inderogabili istituti scientifici richiesti dall’argomento, che ha coinvolto, senza meno, il pubblico.

Mostravano, invero, di avere sommamente gradito il discorso alcuni attempati professionisti (coetanei del padre di Alessandro), che hanno sempre operato per il risanamento dell’Università e del territorio.

È pure emersa, nella discussione successiva, qualche critica radicale al regionalismo (già registrata da Morelli), soprattutto in una fase storica come la nostra, in cui si guarda, da un lato, all’effettiva unificazione dell’Europa, sulla scorta del “Manifesto di Ventotene” di Altiero Spinelli, e si va configurando, dall’altro, la nascita, in antitesi,  di un blocco di nazioni antiliberali, antidemocratiche e antioccidentali: macrosistemi, ad ogni modo, in cui lo spezzatino autonomistico delle venti regioni italiane, nei modi perseguiti dalla Lega, appare quantomeno inutile, se non ridicolo.