QUESTO PONTE S’HA DA FARE

"I 4 Giganti" foto nuovosoldo.com

di Cettina Lupoi -

Sarà un caso o semplice deformazione professionale che leggendo di Ponte sullo Stretto ti sovvengano spontanee citazioni letterarie.

Così, poco alla volta, prende corpo l’immagine di quel povero curato di campagna che, proteso a leggere il suo breviario, si ritrova davanti quei brutti ceffi che "con tono solenne di comando" gli sussurrano all’orecchio: "Questo matrimonio non s’ha da fare".

A parte il valore della boutade, che racchiude tuttavia più che un grano di verità, mi sembra legittimo chiedersi, al punto in cui stanno le cose, se questa definitiva volontà di avviare la costruzione di un’opera faraonica sia una sorta di braccio di ferro tra opposte fazioni politico- ideologiche commiste ad interessi di poche lobbies oppure una infrastruttura necessaria a beneficio di tutta la collettività.

Apprendiamo, non più tardi di qualche giorno fa, dagli organi di informazione che dal 28 al 31 Agosto 2023 si terrà a Firenze il sedicesimo Convegno Internazionale dell’Ingegneria del vento, a cui parteciperanno i massimi esperti del settore che tratteranno gli effetti dei cambiamenti climatici e del vento su ambiente costruito e grandi infrastrutture. L’evento, organizzato dal DICEA di Firenze in collaborazione con il CRIACIV, quest’anno per la prima volta si svolgerà in Italia con il patrocinio del MIT, del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, della Regione Toscana e del Comune di Firenze. Un evento di grande rilievo non solo per il mondo scientifico ma anche per tutti noi cittadini interessati alla tematica Ponte e agli effetti del vento sulla grande infrastruttura. Infatti l’ultimo giorno, ossia giovedì 31 Agosto, ci sarà una particolare sessione sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, per cui si presume verrà affrontato l’effetto avverso del vento sull’imponente infrastruttura ad un’unica campata di 3.300 m., che si dovrebbe realizzare per la prima volta al mondo.

Da cittadina messinese che vive fortemente tale tematica, perennemente sospesa tra incertezze e dubbi non solo sulla fattibilità tecnica di tale opera ma soprattutto sulla sua affidabilità, ossia sicurezza e durata nel tempo, mi auguro che i cittadini del Sud e di tutto il Paese seguiranno con attenzione l’evento. La speranza è che, da tale confronto, tanti dubbi verranno definitivamente fugati consentendo un approccio meno traumatico con la grande opera.

Tuttavia, con tutto il rispetto per gli illustri scienziati presenti a tale meeting , confesso che mi sarei sentita più confortata se fosse stato riservato uno spazio, anche minimo, al Prof. Ingegnere Antonino Risitano il quale, come è notorio, con approfondite relazioni e note integrative inviate anche alle più alte cariche dello Stato, ha illustrato l’azione nefasta del vento sulla fattibilità e affidabilità di un Ponte di 3.300 m. ad un’unica campata, considerando altresì che i suoi studi, affidabilissimi sotto il profilo scientifico, vengono ulteriormente supportati dal fatto di avere vissuto direttamente la situazione ambientale del luogo dove il Ponte dovrebbe nascere. Infatti egli per più di 13 anni, come precisa nella relazione sul tema, abitando a 300 m. dal baricentro della pila di sostegno lato Capo Peloro ha potuto notare dal vivo la situazione ambientale, soprattutto in termini meteorologici, che si vive in questa particolare zona dello Stretto.

Da cittadini non si riesce a capire la ragione per cui venga ignorata e sprecata una risorsa così importante, considerando che il Prof. Risitano si è dimostrato da sempre disponibile ad un confronto aperto con altri esperti; confronto, e mi preme ribadirlo ancora una volta, che gli viene sistematicamente negato.

Non è certamente con simili comportamenti, da parte degli organizzatori di tali eventi, che i cittadini vengono invogliati alla fiducia verso un’opera che, a detta di vari esperti, presenta delle problematiche tecniche non ancora risolte e di difficile soluzione. Prova ne è che una commissione scientifica che per decreto si sarebbe dovuta nominare entro il 30 giugno scorso non esiste a tutt’oggi, nonostante i lauti compensi riservati ai membri. Come mai? ci chiediamo, dal momento che secondo i fautori del Ponte tutto è ormai definito e pianificato?

Come abitanti di questo territorio non sopporteremo e non permetteremo ulteriori insulti alla nostra intelligenza. Esigiamo la massima trasparenza e verità in tutti gli atti e procedure connessi ad una mega infrastruttura che segnerà per sempre il futuro dei nostri territori e delle giovani generazioni, allarmati anche dal termine ”OSARE ” abusato dal Ministro Salvini in relazione alla fattibilità dell’opera.

Lotteremo senza tregua mettendo in atto tutta l’energia, gli strumenti e le azioni di cui saremo capaci e che la democrazia ci consente e non ci fermeremo fino a quando non avremo accertato garanzie di assoluta trasparenza.

 

COMMENTO DI LILIANA PARISI

 

Commento all'Art. Questo Ponte s'ha da fare

Alla professoressa Lupoi, che apprezzo molto e di cui condivido pienamente la posizione, il Ponte fa venire in mente citazioni letterarie; a me invece evoca il ricordo del racconto biblico relativo alla Torre di Babele, in parte per "arditezza" dell'impresa (Salvini parla di "Sfida"!), ma soprattutto perché, come quella, il Ponte probabilmente sarebbe iniziato (devastando una delle zone più belle di Messina!) e destinato a rimanere incompiuto. Sappiamo che Salvini, dopo anni di antimeridionalismo, ha fatto del ponte il suo cavallo di battaglia per dimostrare che ha a cuore gli interessi del Sud. Ma il punto è un altro: questo ponte è fattibile tecnicamente? Infatti fino ad oggi in nessuna parte del mondo  è stato realizzato un ponte a campata unica, con una campata di più di tre chilometri; peraltro lo stato dei fondali marini fa escludere la costruzione di un ponte a più campate; e vi è l'aggravante che ci troviamo in una zona altamente sismica, soggetta a forti venti.  Mi pare corretto che la Politica smetta di pontificare, e lasci la parola alla Scienza! E come la prof. Lupoi mi chiedo: perché non ascoltare anche il prof. Risitano?Non può decidere un comitato ristretto! Il confronto dovrebbe essere aperto a ingegneri, geologi ... di tutto il mondo, soprattutto ai Giapponesi. E  se non si è più che sicuri, meglio pensare a un sistema più semplice e meno costoso per "l'attraversamento stabile" dello Stretto": treni corti su traghetti veloci, come avviene nelle isole del Nord Europa.