IL PONTE DISTRUGGITORE

di Saverio Di Bella, da NE' BRIGANTI NE' EMIGRANTI: RIBELLI PER AMORE

Ritorniamo anche noi sul Ponte che incombe - come sogno o come incubo - sullo Stretto di Messina con una sfida. Premesso che il Ponte, com'è noto, dovrebbe essere a campata unica e, quindi con due colossali strutture di sostegno ubicate l'una in Calabria e l'altra in Sicilia (di circa 400 metri di altezza); che l'altezza del Ponte è prevista in 70 metri e la larghezza in 60 metri; che il Ponte dovrebbe ospitare autostrada e linea ferroviaria a doppio binario, si chiede il plastico scala 1: 5.000 o, meglio ancora 1:1.000 del Ponte e delle infrastrutture di servizio al Ponte.

E' evidente infatti che l'autostrada e la ferrovia che dovranno utilizzare il Ponte dovranno essere costruite superando il dislivello da 0 metri a 70 metri. Quanto saranno lunghe per essere funzionali all'altezza del Ponte, tenuto conto del fatto che il treno, in particolare, non è un treno a cremagliera ma è un treno normale e quindi ha un percorso obbligato per superare senza rischi l'altezza prevista?

Idem l'autostrada.

Queste infrastrutture impatteranno necessariamente con il territorio della città di Messina e di Villa San Giovanni.

Ci interessa, in particolare, l'impatto con la città di Messina.

La città è, com'è noto, costruita su uno spazio chiuso da una parte dal mare dall'altro delimitato dai monti Peloritani.

Le abitazioni della città occupano già tutta la pianura tra i Peloritani e il mare e si estendono - con le propaggini cittadine e le frazioni - sui colli ai piedi dei Peloritani.

Ergo siccome le colline attigue a Messina sono formate da sedimenti sabbiosi e creare tunnel nella sabbia è difficilissimo. Tenuto conto che anche l'attuale autostrada ha privilegiato non il tunnel ma la costruzione su pilastri, dove saranno costruite la rete ferroviaria e la nuova autostrada.

Lo vogliamo sapere e capire. Da qui la richiesta di un plastico che contenga l'intero progetto e, quindi, il Ponte più i servizi ferroviari e autostradali indispensabili allo stesso.

Riteniamo, infatti, che la città di Messina sarà devastata e semidistrutta in quanto dovranno essere abbattute centinaia di abitazioni e spostate decine di migliaia di persone. Dove? In quali tempi? Abbiamo il diritto di saperlo.

***

La presentazione del plastico renderà evidente, secondo noi, che il rapporto costi/benefici condanna il Ponte ad essere cancellato dai progetti futuribili e che i trasporti tra Sicilia e Continente dovranno essere garantiti con minori costi e minore impatto ambientale e territoriale, via mare e via aerea.

Nei costi del Ponte - di cui abbiamo già dimostrato l'inconsistenza (cfr. Ponte di Messina: i conti non tornano) vanno inseriti anche: i costi delle infrastrutture ferroviarie e autostradali; i costi della distruzione delle case dei cittadini di Messina, le indennità per gli abitanti e i costi delle case da costruire nonché dei terreni da espropriare per la loro ubicazione.

Vanno inseriti anche i costi di manutenzione dell'intera struttura e andrebbero comunicati i costi dei biglietti per il transito sia dei camion e delle macchine, sia dei passeggeri. Andrebbero quantificati anche i tempi di percorrenza, considerato che gli stessi sarebbero più lunghi degli attuali tempi di percorrenza via nave dalle sponde di Messina a Villa e viceversa.

In sostanza non ci sono ne le risorse economiche ne le convenienze costi/benefici per la realizzazione del manufatto Ponte e dei servizi che lo renderebbero attivo.

Saggezza vorrebbe che i politici e il Governo protempore ne prendessero atto.

Li sfidiamo sul terreno della concretezza.

***

Ultima considerazione.

Il Ministro Salvini sogna di mobilitare capitali privati accanto ai capitali pubblici per la costruzione del Ponte.

E' noto che i capitali privati si muovono in base alla redditività degli investimenti promossi.

Parliamo di decine di miliardi di euro.

In quanti anni il Ministro prevede che gli investitori recupereranno gli eventuali capitali e cominceranno a lucrare profitti?

E chi sosterrà i costi della manutenzione del Ponte e dei servizi necessari allo stesso?

Si rischia di aprire un baratro e un pozzo senza fondo per le finanze pubbliche.