Giornata Internazionale della donna a Spazio Macos
di Dominga Carrubba - Un pomeriggio con l’arte dedicato alla donna al Piccolo Museo di Arte Contemporanea (Pi.MAC.)...
In occasione della Giornata Internazionale della donna, il Piccolo Museo di Arte Contemporanea (Pi.MAC.) della galleria messinese Spazio Macos, a cura di Mamy Costa, ha dedicato il pomeriggio di sabato 09 marzo alla donna come dipinta da alcuni degli Artisti in esposizione al Pi.MAC, fra i quali:
Arrotta Augusto, Barbato Antonietta, Bitri Emma, Caramazza Albino, Costa Mamy, Fulco Giuseppe
Giambenedetti Elena, Grassi Silvia, Miranda Josè, Ogliari Ornella, Olivieri Kety, Russo Antonietta
Stampa Anna, Stirpe Mariella, Tripiciano Claudia, Valentini Patrizia
La Giornata Internazionale della donna è stata fissata l’8 marzo dalle Nazioni Unite nel 1975, incentrata con un tema particolare dal 1996, quando fu scelto “Celebrare il passato, pianificare il futuro”.
Mentre il tema della campagna della Giornata internazionale della donna 2024 è “Ispirare l'inclusione”.
#InspireInclusion perché risulta ancora più che mai attuale l’urgenza di pianificare il futuro per società inclusive, possibili soltanto quando venga garantita l’uguaglianza di genere.
Si potrebbe unire il tema del primo 8 marzo con l’ultimo: pianificare il futuro nel segno dell’inclusione.
L’arte è uno degli strumenti per sensibilizzare la formazione di una cultura basata sul rispetto, anche della donna, che domanda di non restare invisibile nell’applicazione dei diritti, di non essere trattata come un oggetto da ammirare e trascurare per le sue potenzialità da promuovere e non demotivare, impedendo l’accesso all’istruzione e al lavoro come per le donne Afghane.
Guardando l’opera “Contro gli stereotipi che ingabbiano le donne” di Mamy Costa, realizzata con materiale di scarto, plastica e metallo, si può creare un parallelismo con Shamsia Hassani, prima artista di graffiti dell’Afghanistan in una società “patriarcale”.
Hassani raffigura donne con occhi chiusi, perché non riescono a vedere il loro futuro, e senza bocca, perché non possono parlare.
Gli stereotipi ingabbiano una donna con reticoli, impedendo la libertà di pensiero e movimento, così come i costumi e le tradizioni culturali chiudono gli occhi anche per sognare un futuro benevolo e la bocca per dire: basta alla violenza fisica e psicologica!
L’arte non si ferma.
Lo ricorda il prof. Massimo Di Bella in sue riflessioni:
«L’arte di oggi potremmo considerarla un’arte emancipata da sé stessa, libera di esprimersi e libera da ogni vincolo sessuale, religioso e antropologicamente diverso.
Un’opera è considerata un’opera d’Arte, non nell’indicare chi l’ha fatta ma nel valore e dei messaggi che la stessa opera e quindi l’arte è in grado di mostrare, quei valori riconosciuti e condivisi dalla società che li sostiene e li difende.
Questo potrebbe essere il caso della pittrice FRIDA CAHLO, una donna che della sua sfortunata vita ne ha fatto un capolavoro, ha saputo trasformare gli eventi tragici che l’hanno colpita in occasioni di rinascita, le sue opere sono impregnate e fortemente cariche di simbologie di questa resurrezione.
Oggi FRIDA è, e rimane simbolo di tenacia, di resilienza, e femminismo.
La società non è stata sempre così ingiusta nei confronti di pittrici che hanno lasciato il segno nell’arte, questo è il caso di SOFONISBA ANGUISSOLA, artista della seconda metà del ‘500 di nobili origini oggi sepolta a Palermo nella chiesa di San Giorgio dei Genovesi.
Il padre seppe cogliere e sostenere le forti doti della figlia, che mostrava già in tenere età. Le opere di ANGUISSOLA furono apprezzate dai contemporanei per il vivace cromatismo e il realismo delle espressioni dei personaggi.
La storia di SOFONISBA ANGUISSOLA continua ad essere un messaggio positivista, di una famiglia che riconosce il valore e le attitudini della propria figlia e li sostiene e li incoraggia in una società che comunque storce in naso all’idea.
Nel contemporaneo sono tante le donne che sono state riconosciute delle grandissime artiste, l’esempio è “l’icona” MARINA ABRAMOVIC performer serba e naturalizzata statunitense di mirabile intelligenza e creatività, definita “nonna della performance art”, una donna che ha saputo esplorare la condizione umana e i suoi limiti fisici ed emotivi.»
“L’arte cambia la mente delle persone e le persone cambiano il mondo”
(Shamsia Hassani)
La galleria di opere esposte al Pi.MAC. di Spazio Macos offre la possibilità di non lasciare spazio all’inerzia, ma contribuire a sostenere il valore della libertà di espressione e di autodeterminazione, anche per le donne.