Forme di partecipazione popolare: sono utili?

Forme di partecipazione popolare: sono utili?

di Giovanni Tomasello -

Il Comune di Messina, nel proprio Statuto, all'articolo 30, ha previsto una forma di referendum consultivo su materie dirimenti la normale vita sociale della comunità. Una di queste materie riguarda la viabilità cittadina, negli ultimi tempi al centro dell'attenzione (oserei dire spasmodica) dell'amministrazione comunale che con fondi europei e non sta rivoluzionando il nostro modo di spostarci in città e la stessa vivibilità. Realizzazione di parcheggi d'interscambio che la stessa parola lo fa capire, servirebbero a incentivare l'uso del mezzo pubblico posteggiando l'auto negli appositi stalli a pagamento attraverso un unico biglietto gestito da A.T.M. la nostra azienda trasporti locale.

In realtà ancora questi parcheggi sono totalmente gratuiti e sembra fino a fine anno, per problemi legati alla parte elettronica della sosta regolamentata da appositi macchinari. Poi "ForestaMe", un progetto diretto a impiantare alberelli in centro città e oltre, in modo da favorire l'ossigenazione dell'area dallo smog delle auto. Una bellissima idea che però deve fare i conti con l'inciviltà delle persone che posteggiano l'auto senza fare attenzione alla pianta che rischia di essere abbattuta. E poi in ogni posteggio a pagamento (quello controllato dagli ausiliari del traffico)  vi sono dei sensori di parcheggio che ti avvisano con una apposita app se quel posto è libero oppure no. Per non parlare delle piste ciclabili o presunte tali sparse in tutta la città, delimitate da cordoli anche laddove (a causa dei binari del tram) le carreggiate si restringono costringendo gli automobilisti a degli slalom pericolosi per se stessi e per i pedoni.

Quindi una vera rivoluzione viabile che deve fare i conti con il P.U.M.S. (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile). Cos'è?

Un piano strategico che si propone di soddisfare la variegata domanda di mobilità delle persone e delle imprese, con specifici piani di settore, quali: mobilità personale, mobilità ciclistica, trasporto pubblico locale e sicurezza stradale. La sua finalità è quella di orientare le politiche e la programmazione della mobilità urbana nel breve, medio e lungo periodo con un orizzonte di 10 anni.

Il P.U.M.S., e non so fino a che punto è utile per la nostra città da sempre abituata all'uso del mezzo privato dal quale difficilmente si potrebbe liberare, introduce un'innovazione fondamentale: mette al centro le persone piuttosto che la gestione del traffico automobilistico. Principi che rendono i cittadini e il territorio i protagonisti principali della costruzione del piano e della sua attuazione.

In poche parole significa che l'auto deve scomparire dalla circolazione stradale e soppiantata dalle bici, dal mezzo pubblico e da mezzi alternativi non inquinanti.

Dallo scorso mese di Gennaio, contro questa insensata rivoluzione viabile (per certi versi) si è costituito il Comitato "3S", sviluppo, sostenibilità e sicurezza.

Comitato che vede in Gaetano Sciacca (ex ingegnere capo del Genio Civile) la sua anima principale. Cosa chiede questo comitato che è intenzionato a far  indire un referendum abrogativo per dire no al P.U.M.S.?

Alla luce del'approvazione di tale Piano da parte del consiglio comunale, il comitato per voce di Sciacca ha già depositato la richiesta presso la Segreteria Generale del Comune ed entro 90 giorni dovrà dare una risposta positiva o negativa all'indizione di questo referendum.

Ma sappiamo che a Messina difficilmente le richieste di referendum da parte di almeno 5000 cittadini, lasciano il tempo che trovano. L'unico referendum, approvato, dall'allora giunta De Luca, dopo un tira e molla durato anni, fu quello del 2022 per dire no alla secessione di "Montemare" dal resto del Comune di Messina.

Per il resto il nulla. E pensare che il Comitato "3S" chiede cose molto semplici e fattibili, come: realizzare nuove ed estese aree verdi, risanando zone abbandonate o ad alto rischio ambientale; ottimizzare la viabilità degli autoveicoli, diminuendone i tempi di percorrenza; realizzare piste ciclabili secondo criteri di massima sicurezza, fuori dagli assi strategici viari, in modo da non ridurre gli spazi già insufficienti alla viabilità (come sta succedendo sul Viale San Martino alto zona Villa Dante); forme incentivanti quali sgravi fiscali ed una detassazione,che favorisca coloro i quali già operano, o intendano avviare attività, nei cosiddetti "centri commerciali naturali" (vedi Viale San Martino, Via Palermo, altri).

Vedremo come finirà.